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giovedì 5 aprile 2007

Maler - Dell'ora e del mai


Un artista semplicemente geniale ed un disco capolavoro. Non sbancherà le classifiche, non diventerà famosissimo, ma è sicuramente un album da ascoltare ed assaporare con molta attenzione.
Maler ha ben compreso cosa sia realmente la canzone: una sintesi fra musica e parole. E questa teorica percezione del sound perfetto è ben racchiuso nella sua opera prima, “Dell’ora e del mai”, che suona bene, non stona mai e quadra sempre. Ma ciò che prevale in Maler sono i testi, definibili psichedelici, incisivi e che colpiscono dritti. Non è facile però capirli. Descrivono, infatti, atmosfere vaghe e scure, con suggestive incursioni alla tradizione italiana, all’oriente e agli inferi bui. Testi maturi, quasi sempre saggi, dove è la musicalità delle parole a dettarne il senso ed i contenuti.
Maler, con i suoi versi, ha la capacità di spingere lo sguardo, suo e di chi li ascolta, verso nuovi possibili orizzonti per la musica italiana. Riesce a far scaturire un ritmo univoco ed inconfondibile, inimitabile e pressoché irreale.
C’è una visione psichica che oltrepassa i confini dell’umano che si concretizza in brani come il visionario “Demone del tardi”, o i poetici Carmelita” e “Bianca”. Ne esce un pop melodico sagacemente modulato, curato negli arrangiamenti che creano uno spazio virtuale in cui musica e parole entrano in perfetta sintonia, miscelandosi con estrema e atipica allegria.

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