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domenica 23 dicembre 2007

Intercettazioni: Grillo contro Bertinotti

Scandalizzato dalla telefonata tra Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e Agostino Saccà, direttore di Rai Fiction, nonché dalla difesa delle prerogative e del diritto alla privacy del Cavaliere fatta dal presidente della Camera, Fausto Bertinotti, Beppe Grillo scende in campo deciso a dire la sua in merito alle intercettazioni. E lo fa attaccando a testa bassa Bertinotti che si è «preoccupato—scrive il comico nel suo blog — per la privacy di un signore che voleva comprare un senatore. Invece di espellere questo (basso) insulto alla democrazia dalla Camera ne tutela la privacy. Boia Faust(o)».
Grillo non approva questa «Rai, servizio pubblico, che si fa bordello per far cadere il governo» e per questo il messaggio a Bertinotti è che «non me ne frega un c...o della privacy di queste persone: le voglio fuori dal Parlamento, fuori dal servizio pubblico. È gente immorale, che della legalità ha sempre fatto carne da porco. E lei, tenera mammola, pensa alla loro privacy mentre viene chiesto il trasferimento dei giudici di Mastella e di D’Alema da una Letizia Vacca qualsiasi».
La difesa di Bertinotti è affidata a Gennaro Migliore, capogruppo del Prc. «Difendere il garantismo è un dovere morale e per la sinistra rappresenta un valore di fondo», mentre «Grillo nel suo volgare attacco a Bertinotti conferma di saper intervenire sulla scena politica solo dal buco della serratura».

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