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mercoledì 26 dicembre 2007
Boxe, pugile sudcoreano in coma dopo incontro
Il 33enne pugile sudcoreano Choi Yo-Sam è in coma dopo aver vinto l’incontro che l’opponeva all’indonesiano Heri Amol per il titolo intercontinentale Wbo dei pesi mosca. Choi ha perso conoscenza subito dopo la fine del match, che ha vinto ai punti nonostante sia stato messo al tappeto da un destro alla mascella che l’avversario gli ha sferrato nel corso dell’ultima ripresa. Il coreano, seppur barcollando, era però riuscito a rialzarsi ed a concludere l’incontro. Poi lo svenimento. Choi è stato immediatamente soccorso e portato via in barella, mentre il medico presente a bordo ring gli praticava la respirazione bocca a bocca. Ricoverato in ospedale, il pugile è stato poi operato al cervello per rimuovere un ematoma.
lunedì 24 dicembre 2007
Test antidroga per i figli di Britney Spears

La guerra è ancora tutta aperta, ma a rimetterci saranno sicuramente Sean Preston e Jayden James.
Minacce di rapimento per Amy Winehouse

Blake ha immediatamente avvertito la mogliettina di stare in guardia, ma anche lui non sta attraversando un momento felicissimo: in carcere avrebbe ripreso a drogarsi - a quanto sembra l'eroina sarebbe stata utilizzata per fiaccare la sua volontà e convincerlo a pagare - e dopo essere risultato positivo ad un controllo, le autorità lo hanno relegato per punizione nel braccio della prigione che accoglie pedofili e maniaci sessuali.
Il che, conclude il tabloid, potrebbe essere persino una buona notizia: si tratta di un'ala in cui la vigilanza è molto più stretta e i detenuti che lo avevano minacciato non potranno più avere contatti con lui.
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
domenica 2 dicembre 2007
Amanda Knox is burning
Il tormentone popolare di dj Frangetta "Milano is burning" ha fatto scuola. Dopo le diverse versioni con gli stereotipi di molte città d'Italia arriva una nuova protagonista: Amanda Knox. La canzone è intitolata "Amanda Knox is burning" e riprende la canzone lanciata dal sito www.ildeboscio.com e trasformata in cult da Radio Deejay.
venerdì 23 novembre 2007
Fissata la data del processo a Boy George
Boy George ha fatto una breve apparizione presso la Thames Magistrates Court di Londra per declinare le sue generalità nel quadro della denuncia sporta da un escort il quale ha riferito di essere stato privato della libertà da parte dell'ex Culture Club. Boy George, 47 anni, ha dovuto solamente affermare che il suo vero nome è George O’Dowd e, dopo aver confermato la sua data di nascita, ha fatto ritorno presso la sua abitazione. Il cantante è attualmente libero con la condizionale. Un giudice ha stabilito che la competenza del procedimento legale passa alla Snaresbrook Crown Court della capitale, che inizierà a giudicarlo il prossimo 25 febbraio. Secondo Scotland Yard, il 28 aprile scorso il musicista avrebbe incatenato a un muro del suo appartamento a Shoreditch, un quartiere londinese, un "escort" maschile con cui stava passando la serata. George è stato incriminato per sequestro di persona.
venerdì 16 novembre 2007
Sono salite a due le vittime dell'incidente sull'A20
Prima del tragico volo della Ford Fiesta, dal viadotto Montagnareale era precipitato un camion che trasportava scaffalature in metallo. L’autista del mezzo, Nicola Calitri, 35 anni, originario di Acerenza, in provincia di Potenza, è morto sul colpo. L’impatto con il terreno sottostante, dopo un volo di circa trenta metri, è stato fatale. L’uomo è stato sbalzato fuori dall’abitacolo e, all’arrivo dei soccorsi, il medico non ha potuto far altro che costatarne il decesso.
Altre nove persone sono rimaste ferite, in modo lieve, nel maxitamponamento verificatosi sull’autostrada Messina – Palermo. Cinque sono state medicate al pronto soccorso dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti, mentre altre quattro sono state trasportate al nosocomio di Barcellona. Per tutti la prognosi è compresa tra venti e trenta giorni.
Confermata la causa del sinistro. A provocare la perdita di controllo dei mezzi è stata della sanza, lo scarto della lavorazione delle olive, persa da un autoarticolato che precedeva i mezzi coinvolti nell’incidente. A quanto si è appreso, l’autista del camion, un uomo originario di Petrosino in provincia di Trapani, non si sarebbe accorto di nulla, e ha proseguito il suo percorso sino a quando, avvertito da altri camionisti, si è fermato all’autogrill Tindari Sud. L’uomo era diretto a Gioia Tauro, in Calabria, dove doveva lasciare la sanza che aveva caricato a Villabate nel palermitano. Il mezzo è stato posto sottosequestro.
Sarebbe stata confermata anche la dinamica della tragica caduta della Ford Fiesta dal viadotto Montagnareale. Sia le forze dell’ordine, ma anche alcuni testimoni che hanno assistito alla scena, hanno raccontato che l’autovettura sarebbe rimasta in bilico, per pochi lunghissimi istanti, sul ponte, prima di essere spinta giù da un altro mezzo rimasto coinvolto nel maxitamponamento dell’A20.
L’autostrada, tra gli svincoli di Brolo e Patti in direzione Palermo – Messina, è rimasta chiusa al transito veicolare per tutta la giornata di ieri per consentire le operazioni di rimozione dei detriti persi dalle auto nei numerosi scontri e per ripulire la carreggiata dal materiale oleoso perso dall’Iveco.
Incidente mortale sull'A20
La tragedia poteva avere un bilancio ben più grave. Sia perché il numero delle autovetture coinvolte nel tamponamento sull’A20 è elevato, sia perché il mezzo è precipitato al limite del muro che delimita l’alveo del torrente Montagnareale con la Via Giuseppe Di Vittorio, all’altezza del semaforo all’incrocio con la via Papa Giovanni XXIII, che al momento del sinistro era molto trafficata. Alcuni detriti sono finiti sulla carreggiata, ma fortunatamente non hanno colpito le autovetture ferme al semaforo. Lo scenario, invece, che si presentava sull’A20 era catastrofico. Diverse macchine hanno subito danni ingenti, alcune sono andate completamente distrutte. Ad un primo sguardo sembrava che potessero esserci delle vittime. Alla fine il bilancio è stato di soli nove feriti: A. M., 26 anni di Montagnareale(30 giorni di prognosi), A. S. 24 anni di Patti (20 giorni), S. C. M. 19 anni di Montagnareale (20 giorni), F. R. M., 30 anni (30 giorni), Y. H, 31 anni cinese residente ad Oliveri (20 giorni). Altri 4 persone, due cinesi e due residenti ad Oliveri sono stati medicati all’ospedale di Barcellona.
Il transito sull’autostrada Palermo – Messina è rimasto chiuso per tutta la notte per consentire le operazioni di bonifica.
Ancora una volta, purtroppo, l’A20 torna alla ribalta della cronaca per un incidente mortale che allunga la lista delle vittime che, nel tempo, hanno perso la vita in quella che ormai è tristemente nota come “autostrada della morte”.
giovedì 8 novembre 2007
Basket, serie D: giocatore squalificato per tre anni
Aldo Vittorio Saponara, giocatore del Ciumnera Potenza (serie D maschile lucana) è stato squalificato per tre anni dalla Fip per aver aggredito l'arbitro Stefano Fasulo durante la sfida di campionato di sabato scorso contro il Nuovo Basket. Il giudice ha anche decretato la sconfitta per 0-20 a tavolino al Ciumnera e un punto di penalizzazione in classifica.
La gara, valida per la prima giornata del campionato lucano di serie D, era stata sospesa al sesto minuto del terzo quarto in seguito all'aggressione subita dall'arbitro, Stefano Fasulo, da parte di un giocatore del Ciumnera dopo una espulsione.
La gara, valida per la prima giornata del campionato lucano di serie D, era stata sospesa al sesto minuto del terzo quarto in seguito all'aggressione subita dall'arbitro, Stefano Fasulo, da parte di un giocatore del Ciumnera dopo una espulsione.
lunedì 5 novembre 2007
Gb, al bando Miss maglietta bagnata
Doccia gelata per gli amanti dei concorsi Miss maglietta baganta. Le autorità sanitarie inglesi hanno deciso di mettere al bando la radicata tradizione nei pub di gettare secchi di acqua gelata sulle ragazze. Lo rende noto il "News of the World". La campagna anti-Miss non ha riscosso grande successo tra i frequentatori dei locali, che tra una birra e un'altra, amavano bagnare le ragazze.
In realtà, più che per la salute della donne, esposte a malattie e influenze di ogni tipo, alla base del provvedimento c'è la volontà di tutelare gli avventori dei pub, che potrebbero scivolare e chiedere i danni ai proprietari dei locali.
Il piano anti-Miss maglietta bagnata non sembra riscuetere grande successo. Alla delusione dei fan si accompagnano le critiche delle società che gesticono i pub inglesi, preoccupate di perdere clienti.
In realtà, più che per la salute della donne, esposte a malattie e influenze di ogni tipo, alla base del provvedimento c'è la volontà di tutelare gli avventori dei pub, che potrebbero scivolare e chiedere i danni ai proprietari dei locali.
Il piano anti-Miss maglietta bagnata non sembra riscuetere grande successo. Alla delusione dei fan si accompagnano le critiche delle società che gesticono i pub inglesi, preoccupate di perdere clienti.
Usa, morto pilota dell'Enola Gay
E' morto all'età di 92 anni a Columbus (Ohio) Paul Tibbets, l'uomo che il 6 agosto del 1945 sganciò la bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima. Lo ha reso noto un portavoce della famiglia. Tibbets, il pilota del B-29 "Enola Gay" all'epoca colonnello dell'Air Force, ha lasciato detto di non celebrare un funerale per lui e di non porre una lapide sulla sua tomba, per il timore che divenga un luogo per manifestazioni di protesta.
Tibbets ribattezzò con il nome della madre il bombardiere B-29 Superfortress che colpì la città giapponese con il primo ordigno nucleare mai usato nella storia. Il pilota guidò nel 1945 un equipaggio di 14 persone, che sganciò un ordigno da 5 tonnellate, battezzato "Little Boy". L'esplosione uccise tra le 70 e le 100.000 persone, mentre altre decine di migliaia rimasero segnate per sempre dalle radiazioni. Tre giorni dopo, gli Usa fecero il bis a Nagasaki, spingendo il Giappone alla resa e chiudendo così la Seconda Guerra Mondiale. "Non sono orgoglioso di aver ucciso 80.000 persone - ha detto Tibbets anni fa, in un'intervista - ma sono orgoglioso di essere partito dal niente, aver pianificato l'intera operazione ed essere riuscito ad eseguire il lavoro perfettamente. La notte dormo bene". Tibbets aveva lasciato l'Air Force nel 1966 con il grado di generale ed aveva messo in piedi una società di taxi-jet in Ohio.
Tibbets ribattezzò con il nome della madre il bombardiere B-29 Superfortress che colpì la città giapponese con il primo ordigno nucleare mai usato nella storia. Il pilota guidò nel 1945 un equipaggio di 14 persone, che sganciò un ordigno da 5 tonnellate, battezzato "Little Boy". L'esplosione uccise tra le 70 e le 100.000 persone, mentre altre decine di migliaia rimasero segnate per sempre dalle radiazioni. Tre giorni dopo, gli Usa fecero il bis a Nagasaki, spingendo il Giappone alla resa e chiudendo così la Seconda Guerra Mondiale. "Non sono orgoglioso di aver ucciso 80.000 persone - ha detto Tibbets anni fa, in un'intervista - ma sono orgoglioso di essere partito dal niente, aver pianificato l'intera operazione ed essere riuscito ad eseguire il lavoro perfettamente. La notte dormo bene". Tibbets aveva lasciato l'Air Force nel 1966 con il grado di generale ed aveva messo in piedi una società di taxi-jet in Ohio.
Messico, maxi-sequestro di cocaina
Oltre 23 tonnellate di cocaina sono state sequestrate dalla polizia messicana nel porto di Manzanillo. La droga recuperata era a bordo di un cargo in arrivo dalla Colombia, l'Esmeralda, che batteva bandiera di Hong Kong. Lo stupefacente sul mercato nero statunitense avrebbe fruttato più di 400 milioni di dollari. E' il più rilevante sequestro di cocaina - fanno sapere gli investigatori - di tutti i tempi.
Il presidente Calderon e l'ambasciatore Usa in Messico si sono felicitati per il successo. Prima di questo sequestro il carico più ingente mai trovato al mondo era stato localizzato nel mese di marzo nelle acque statunitensi, quando gli agenti antidroga della Dea avevano intercettato 19,4 tonnellate di cocaina a bordo di un cargo che batteva bandiera panamense.
La droga sequestrata sul mercato nero statunitense avrebbe fruttato più di 400 milioni di dollari, quasi la stessa cifra che nel 2008 gli Stati Uniti potrebbero dare in aiuti al Messico per combattere il narco-traffico.
Il governo statunitense chiederà, infatti, il permesso al governo messicano per inviare nel Paese centroamericano un miliardo di dollari nei prossimi due anni, nell'ambito di un programma (il cosiddetto Plan Merida), simile a quello già in atto con la Colombia.
Il presidente Calderon e l'ambasciatore Usa in Messico si sono felicitati per il successo. Prima di questo sequestro il carico più ingente mai trovato al mondo era stato localizzato nel mese di marzo nelle acque statunitensi, quando gli agenti antidroga della Dea avevano intercettato 19,4 tonnellate di cocaina a bordo di un cargo che batteva bandiera panamense.
La droga sequestrata sul mercato nero statunitense avrebbe fruttato più di 400 milioni di dollari, quasi la stessa cifra che nel 2008 gli Stati Uniti potrebbero dare in aiuti al Messico per combattere il narco-traffico.
Il governo statunitense chiederà, infatti, il permesso al governo messicano per inviare nel Paese centroamericano un miliardo di dollari nei prossimi due anni, nell'ambito di un programma (il cosiddetto Plan Merida), simile a quello già in atto con la Colombia.
Manhattan, meta di aspiranti suicidi
Almeno una persona su dieci va a Manhattan per togliersi la vita. Lo rivela un nuovo studio pubblicato sul Daily News. Il quartiere newyorchese, secondo il dossier, sembrerebbe ispirare chi vuole togliersi la vita complice la presenza di alcuni monumenti adatti per l'estremo gesto. Spicca l'Empire State Building e il ponte di George Washington, la cui pista pedonale ha una ringhiera alta poco più di un metro.
Tra i monumenti, che rientrano nei top ten della "Grande Mela", c'è anche Times Square. "C'è gente che viene in città appositamente per questo", ha spiegato David Vlahov, l'autore dello studio. Tra 1990 e 2004 sarebbero 274 le persone non residenti a New York che si sono tolte la vita a Manhattan. Più della metà ha scelto di lanciarsi da ponti o grattacieli.
Tra i monumenti, che rientrano nei top ten della "Grande Mela", c'è anche Times Square. "C'è gente che viene in città appositamente per questo", ha spiegato David Vlahov, l'autore dello studio. Tra 1990 e 2004 sarebbero 274 le persone non residenti a New York che si sono tolte la vita a Manhattan. Più della metà ha scelto di lanciarsi da ponti o grattacieli.
Australia, arrestato coccodrillo
Ha trascorso una notte in cella perché troppo aggressivo. Non si tratta di un giovane fermato dopo una notte di bagordi ma di un coccodrillo, letteralmente arrestato dalla polizia perché pericoloso. E' accaduto in una cittadina australiana dove il coccodrillo, che aveva cercato di aggredire alcuni pescatori, ha passato la notte in una cella per poi essere trasferito in un allevamento assieme ad altri suoi simili.
La radio locale aveva avvertito i residenti di stare in guardia dopo che il coccodrillo di 2,4 metri aveva tentato di aggredire dei pescatori che stavano tirando a terra la loro barca al rientro da una partita di pesca. Agenti di polizia affiancata da ranger del servizio parchi nazionali hanno trovato il coccodrillo in acqua bassa a circa 30 metri dalla rampa delle barche. Hanno pero' rinviato i tentativi di catturarlo fino al calare della notte, quando i rettili sono più facili da individuare, ha detto un portavoce della polizia.
Infine gli agenti e i ranger a bordo di un motoscafo, dopo diversi tentativi falliti, sono riusciti verso le 22 a catturare il rettile che è stato portato alla stazione di polizia dove ha passato la notte come un comune criminale.
La radio locale aveva avvertito i residenti di stare in guardia dopo che il coccodrillo di 2,4 metri aveva tentato di aggredire dei pescatori che stavano tirando a terra la loro barca al rientro da una partita di pesca. Agenti di polizia affiancata da ranger del servizio parchi nazionali hanno trovato il coccodrillo in acqua bassa a circa 30 metri dalla rampa delle barche. Hanno pero' rinviato i tentativi di catturarlo fino al calare della notte, quando i rettili sono più facili da individuare, ha detto un portavoce della polizia.
Infine gli agenti e i ranger a bordo di un motoscafo, dopo diversi tentativi falliti, sono riusciti verso le 22 a catturare il rettile che è stato portato alla stazione di polizia dove ha passato la notte come un comune criminale.
martedì 9 ottobre 2007
Causa incidenti, arrestata una mucca
La polizia cambogiana ha "arrestato" una mucca, accusata di aver causato diversi incidenti stradali che hanno portato alla morte di sei persone. Il proprietario della mucca ora rischia sei mesi di carcere in base a una legge che considera responsabili i proprietari per gli incidenti causati dai loro animali: l'ultima vittima del bovino è un motociclista 66enne che vi si è schiantato contro mentre l'animale era fermo in mezzo alla strada.
L'anno scorso la stessa mucca era stata protagonista di un altro grave incidente stradale. Un camion per evitarla sterzò bruscamente causando la morte di cinque persone e il ferimento di diverse altre.
L'incredibile storia è stata riferita da un responsabile della polizia di una zona periferica di Phnom Penh, Pin Doman.
L'anno scorso la stessa mucca era stata protagonista di un altro grave incidente stradale. Un camion per evitarla sterzò bruscamente causando la morte di cinque persone e il ferimento di diverse altre.
L'incredibile storia è stata riferita da un responsabile della polizia di una zona periferica di Phnom Penh, Pin Doman.
giovedì 23 agosto 2007
Incendi: sono salite a tre le vittime nel messinese
Tre morti e numerosi feriti a causa di un incendio che ha coinvolto l'agriturismo "Il rifugio del falco" a Patti (Messina). Un dipendente è stato salvato e portato in ospedale: ha ustioni su tutto il corpo. I carabinieri hanno cercato di caricare i feriti sulle loro auto, ma la strada è bloccata dalle macchine dei clienti della struttura che avevano tentato di fuggire ma poi costretti a proseguire a piedi.
Una ventina di altre persone hanno subito ustioni mentre cercavano di fuggire dal rogo. Una di queste, che lavorava nell'agriturismo, è apparsa in condizioni gravi. Identificate le tre vittime. Sono Concettina Scafidi, 39 anni, Costantino Cucinotta, 51 anni e sua cognata Lucia Natoli.
Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri le fiamme in un primo momento avrebbero raggiunto un distributore di benzina poco distante dalla struttura. Il pericolo di un'esplosione aveva fatto dirigere in zona tutti i soccorsi. Il vento, però, ha improvvisamente cambiato direzione raggiungendo repentinamente "Il rifugio del falco" e cogliendo di sorpresa clienti e personale.
Una ventina di altre persone hanno subito ustioni mentre cercavano di fuggire dal rogo. Una di queste, che lavorava nell'agriturismo, è apparsa in condizioni gravi. Identificate le tre vittime. Sono Concettina Scafidi, 39 anni, Costantino Cucinotta, 51 anni e sua cognata Lucia Natoli.
Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri le fiamme in un primo momento avrebbero raggiunto un distributore di benzina poco distante dalla struttura. Il pericolo di un'esplosione aveva fatto dirigere in zona tutti i soccorsi. Il vento, però, ha improvvisamente cambiato direzione raggiungendo repentinamente "Il rifugio del falco" e cogliendo di sorpresa clienti e personale.
mercoledì 22 agosto 2007
Roghi in Sicilia, due morti nel messinese
Doveva essere una giornata di festa, invece si è trasformata in tragedia. Alcuni amici si erano ritrovati all’agriturismo “Rifugio del Falco” di Patti per festeggiare il compleanno di uno di loro, ma un incendio ha interrotto bruscamente i festeggiamenti. Le fiamme hanno completamente distrutto la struttura di contrada Litto dove hanno perso la vita due persone. Si tratta di una dipendente dell’agriturismo, Cettina Scaffidi, 39 anni, e Costantino Cucinotta, 51 anni di Messina. Oltre una decina i feriti.
Il tutto si è verificato nel giro di pochi minuti. Le fiamme che, da martedì stanno divampando sulle colline del territorio pattese distruggendo centinaia di ettari di vegetazione, hanno raggiunto, sospinte dal vento, l’agriturismo “Rifugio del falco”. Il fuoco ha colto di sorpresa le persone presenti e, in poco tempo, ha avvolto la struttura adibita a ristorante. Immediatamente la gente ha cercato di fuggire. Qualcuno a piedi è salito nelle colline sovrastanti il rifugio dove le fiamme ancora non avevano attecchito, altri si sono messi a bordo delle proprie autovettura, ma il fuoco è stato più veloce di loro. Alcuni hanno fatto in tempo a scendere dai mezzi e continuare la corsa a piedi, mentre, purtroppo Cettina Scaffidi è rimasta bloccata nell’auto morendo carbonizzata. Poco distante è stato trovato il corpo di Costantino Cucinotta, anche questo completamente bruciato.
Dopo l’allarme sul posto sono giunti i mezzi di soccorso del 118 ed i carabinieri di Patti che, insieme ai sanitari, hanno fatto la spola con l’ospedale “Barone Romeo” di Patti per trasportare i feriti. Successivamente sono giunti anche i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. In visita, a costatare l’entità della tragedia, si sono recati il comandante provinciale dei carabinieri Col. Maurizio Stefanizzi e il prefetto di Messina Francesco Alecci.
Sulla vicenda la Procura della Repubblica di Patti ha aperto un’inchiesta, affidata al sostituto procuratore dott. Gaetano Scollo, per accertare eventuali responsabilità e comunque chiarire la dinamica dell’accaduto. Secondo alcune testimonianze, comunque, sembrerebbe che il fuoco divampato improvvisamente abbia raggiunto in pochi secondi l’edificio che ospita 12 stanze e il ristorante del “Rifugio del Falco”. Ieri sera, presso il commissariato di polizia di Patti, sono stati ascoltati un testimone rimasto illeso ed il proprietario della struttura, Antonino Anzà.
Uno scenario infernale è apparso ai soccorritori con l’agriturismo divorato dalle fiamme e la vegetazione circostante distrutta dal fuoco.
Parole molto dure sono state esternate dal sindaco della città di Patti giunto sul posto. “Ci sono stati dei ritardi notevoli. Gli interventi potevano essere più tempestivi e sicuramente la tragedia poteva essere evitata. E’ da martedì che il territorio di Patti sta bruciando. Stiamo andando avanti con le nostre forze. Nonostante le sollecitazioni alla forestale e alla protezione civile nessuno è intervenuto per spegnere i roghi. Alle mie telefonate è stato risposto che tutti erano impegnati”.
E gli operai del Comune, ieri pomeriggio, mentre il “Rifugio del Falco” andava in fiamme si sono adoperati per spegnere un rogo in contrada Masseria dove il fuoco stava raggiungendo un distributore di benzina con il rischio di una seconda tragedia. Anche diversi volontari si sono adoperati per domare focolai in contrada San Cosimo, mentre un altro incendio, in contrada Scala di Patti, ha lambito le abitazioni. Le fiamme stavano per raggiungere anche il promontorio di Tindari dove, le forze dell’ordine, hanno fatto annullare lo spettacolo in programma al teatro greco.
L’emergenza incendi nel pattese continua e sembra non trovare tregua.
Emergenza incendi nel messinese
Sembrava di guardare la televisione e di vedere una delle scene di guerra mostrate dai paesi del Medio Oriente. Colonne di fumo che si ergevano in diversi punti dei Monti Nebrodi, come dopo un bombardamento aereo. L’azzurro del cielo offuscato dal fumo, una pioggia di cenere che cadeva sulla città e l’aria resa irrespirabile anche a causa del caldo afoso. Era questo lo scenario desolante in cui appariva Patti ieri pomeriggio. Bastava dare uno sguardo verso l’entroterra per vedere bruciare le colline circostanti il centro urbano e i territori dei vicini comuni di Librizzi, San Piero Patti e Gioiosa Marea. Almeno una decina di focolai segnalati, tutti quasi divampati contemporaneamente come se, in un piano strategico studiato a tavolino, i piromani si fossero messi d’accordo per colpire mortalmente il territorio. Ed è sembrata quasi impotente l’opera dei vigili del fuoco, degli uomini della forestale e della protezione civile, impegnati incessantemente per domare le fiamme. Ma, le richieste di intervento erano talmente tante, che non è stato possibile operare in tutti i luoghi in cui le fiamme bruciavano. Nella mattinata di ieri, dalle prime ore della mattina, hanno bruciato le colline nella contrada Moreri di Patti, nelle frazioni Santa Margherita e Acquasanta a Gioiosa Marea, oltre a quattro incendi nel comune di Librizzi e due in quello di San Piero Patti. Inoltre il fuoco non ha risparmiato neppure il comune di Montagnareale. Impegnati nella corsa contro il fuoco anche alcuni mezzi aerei. In particolare due canadair della protezione civile ed un elicottero del corpo forestale che hanno fatto la spola tra il mare antistante la costa di Marina di Patti e le zone assediate dalle fiamme. L’incendio ha devastato quasi un centinaio di ettari distruggendo sterpaglie, macchia mediterranea, oliveti, alberi da frutto e vegetazione varia. Minacciate anche diverse abitazioni. In alcuni casi è stato necessario anche evacuare le case in via precauzionale. E martedì notte decine di ettari di vegetazione, con il fuoco che ha lambito numerose case, sono andate in fumo in contrada Porticella a Patti.
domenica 22 luglio 2007
Milano, Sosta sulle strisce blu, multa annullata: non c'erano sufficienti posti gratuiti
La strada l'aveva aperta una sentenza della Cassazione del 9 gennaio. La Suprema Corte, infatti, aveva dichiarato annullabili le multe inflitte agli automobilisti che parcheggiano nelle aree delimitate dalle strisce blu senza pagare il ticket, se gli amministratori dei centri urbani non hanno previsto in prossimità anche un numero sufficiente di posti a sosta libera. Quel caso giudiziario partiva dalla Sardegna. Dopo qualche mese, un automobilista ha vinto la sua causa contro il Comune, a Milano. Il caso, stavolta, è quello del signor Daniele Armanini. L'uomo parcheggia sotto casa, in via Adige, dove sono previsti solo parcheggi a strisce blu, quindi a pagamento orario, e a strisce gialle, per i residenti. Non risulta residente ma non paga il biglietto. Gli arrivano, dunque, quindici multe. L'uomo, all'ennesima multa, decide di ricorrere al giudice di pace, perché, dice, ha il domicilio in quella zona ma non ha ancora ottenuto la residenza, per questo non sa dove parcheggiare e non può permettersi di pagare 1,20 euro all'ora per 11 ore, tutti i giorni. Il giudice, Ines Robolotti, accoglie il ricorso e annulla il verbale di una multa, presa da Armanini per non aver esposto il «gratta e sosta» sull'auto parcheggiata. Il Codacons, l'associazione dei consumatori, che aveva sostenuto l'uomo durante la causa in tribunale esulta e fa sapere che questa è già la seconda vittoria, dopo la sentenza della Cassazione in gennaio. «C'è già stato un pronunciamento di questo tipo a Salerno – spiega l'associazione – e questa è la prima volta che succede a Milano».
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domenica 1 luglio 2007
Assassinio Kennedy: Lee Harvey Oswald non sparò da solo
Lee Harvey Oswald, l'assassino del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, non commise da solo l'omicidio il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas.
I test balistici eseguiti sotto la supervisione di ufficiali dell'Esercito italiano, nella vecchia fabbrica del capoluogo umbro in cui venne prodotta la presunta arma del delitto un moschetto 91/38 calibro 6,5 marca Mannlicher-Carcano hanno dimostrato che un tiratore avrebbe impiegato 19 secondi per mettere a segno i tre colpi fatali contro quel bersaglio mobile (Kennedy sull'auto scoperta nel corteo presidenziale) e non 7 secondi come sancito una volta per tutte dalla commissione d'inchiesta Usa nel 1964. Lo documenta un ampio servizio in video sul sito dell'agenzia Ansa. Uscito dalla "Regia fabbrica d'Armi" di Terni quel fucile Mannlicher-Carcano secondo la commissione americana sarebbe finito nelle mani dell'ex marine Oswald appostato a una finestra del deposito di libri sotto il quale la folla assisteva al passaggio del presidente. Per la versione ufficiale, uno dei tre proiettili sparati da Oswald mancò il presidente, mentre gli altri due lo colpirono alla schiena e alla testa.
Invece le prove condotte nell'ex stabilimento ternano oggi denominato "Polo di mantenimento delle armi leggere" sull'unico proiettile recuperato intatto nel 1963 (quello che avrebbe ferito sia Kennedy sia il governatore del Texas seduto davanti a lui) e sparando diversi tipi di cartucce alle distanze di 80 e 30 metri contro bersagli di plastilina, rafforzano la tesi che a Dallas quel giorno i tiratori in azione fossero almeno due.
I test balistici eseguiti sotto la supervisione di ufficiali dell'Esercito italiano, nella vecchia fabbrica del capoluogo umbro in cui venne prodotta la presunta arma del delitto un moschetto 91/38 calibro 6,5 marca Mannlicher-Carcano hanno dimostrato che un tiratore avrebbe impiegato 19 secondi per mettere a segno i tre colpi fatali contro quel bersaglio mobile (Kennedy sull'auto scoperta nel corteo presidenziale) e non 7 secondi come sancito una volta per tutte dalla commissione d'inchiesta Usa nel 1964. Lo documenta un ampio servizio in video sul sito dell'agenzia Ansa. Uscito dalla "Regia fabbrica d'Armi" di Terni quel fucile Mannlicher-Carcano secondo la commissione americana sarebbe finito nelle mani dell'ex marine Oswald appostato a una finestra del deposito di libri sotto il quale la folla assisteva al passaggio del presidente. Per la versione ufficiale, uno dei tre proiettili sparati da Oswald mancò il presidente, mentre gli altri due lo colpirono alla schiena e alla testa.
Invece le prove condotte nell'ex stabilimento ternano oggi denominato "Polo di mantenimento delle armi leggere" sull'unico proiettile recuperato intatto nel 1963 (quello che avrebbe ferito sia Kennedy sia il governatore del Texas seduto davanti a lui) e sparando diversi tipi di cartucce alle distanze di 80 e 30 metri contro bersagli di plastilina, rafforzano la tesi che a Dallas quel giorno i tiratori in azione fossero almeno due.
mercoledì 11 aprile 2007
Addio a Sergio Bardotti

Si distinse, inoltre, per aver collaborato a stretto contatto con i cantautori Gino Paoli, Fabrizio De André e Antonello Venditti.
Vinse per due volte, come autore, il Festival della Canzone Italiana: nel 1968 con "Canzone per te", cantata da Endrigo, e nel 1989 con "Ti lascerò", presentata da Anna Oxa e Fausto Leali. Bardotti fu anche un appassionato cultore della musica brasiliana: a lui, infatti, si devono moltissime traduzioni di opere della tradizione carioca, in particolare di Chico Buarque de Hollanda, Vinicius de Moraes e Toquinho. Sempre come traduttore, lavorò con Jacques Brel (per "Canzoni dei vecchi amanti"), Charles Aznavour (per "E io fra di voi") e Joan Manuel Serrat (per "Kubala").
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