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domenica 1 luglio 2007

Assassinio Kennedy: Lee Harvey Oswald non sparò da solo

Lee Harvey Oswald, l'assassino del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, non commise da solo l'omicidio il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas.
I test balistici eseguiti sotto la supervisione di ufficiali dell'Esercito italiano, nella vecchia fabbrica del capoluogo umbro in cui venne prodotta la presunta arma del delitto un moschetto 91/38 calibro 6,5 marca Mannlicher-Carcano hanno dimostrato che un tiratore avrebbe impiegato 19 secondi per mettere a segno i tre colpi fatali contro quel bersaglio mobile (Kennedy sull'auto scoperta nel corteo presidenziale) e non 7 secondi come sancito una volta per tutte dalla commissione d'inchiesta Usa nel 1964. Lo documenta un ampio servizio in video sul sito dell'agenzia Ansa. Uscito dalla "Regia fabbrica d'Armi" di Terni quel fucile Mannlicher-Carcano secondo la commissione americana sarebbe finito nelle mani dell'ex marine Oswald appostato a una finestra del deposito di libri sotto il quale la folla assisteva al passaggio del presidente. Per la versione ufficiale, uno dei tre proiettili sparati da Oswald mancò il presidente, mentre gli altri due lo colpirono alla schiena e alla testa.
Invece le prove condotte nell'ex stabilimento ternano oggi denominato "Polo di mantenimento delle armi leggere" sull'unico proiettile recuperato intatto nel 1963 (quello che avrebbe ferito sia Kennedy sia il governatore del Texas seduto davanti a lui) e sparando diversi tipi di cartucce alle distanze di 80 e 30 metri contro bersagli di plastilina, rafforzano la tesi che a Dallas quel giorno i tiratori in azione fossero almeno due.

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