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sabato 24 novembre 2007

La Rai sospende la fiction su Graziella Campagna

La Rai ha deciso di rinviare la programmazione della fiction “La vita rubata” prevista per martedì 27 novembre. Il telefilm, che vede fra i protagonisti l’attore Beppe Fiorello, racconta la terribile storia di Graziella Campagna, diciassettenne stiratrice di Barcellona Pozzo di Gotto, interpretata dalla ventenne Larissa Volpentesta, fu uccisa perché aveva trovato nella tasca di una giacca di un boss un’agendina compromettente. La sua visione è stata sospesa perchè, il ministro di Giustizia Clemente Mastella, invitato dal dott. Nicolò Fazio primo presidente della Corte d’Appello di Messina, ha inviato una lettera al direttore generale della Rai, Claudio Cappon, in cui lo invitava a sospendere la fiction perchè avrebbe potuto turbare la serenità dei giudici della Corte d’Assise, chiamati, a partire dal 13 dicembre, in udienza per avviare il processo che porterà al giudizio dei colpevoli dell'assassinio della giovane. Aspre le reazioni di Piero Campagna, fratello della ragazza.
«Graziella aveva appena 17 anni e lavorava in una tintoria per portare soldi alla famiglia. Non aveva grilli per la testa - ha detto il fratello Pietro Campagna, intervenendo qualche giorno fa al convegno sulla legalità nell'ambito del Saturno Film Festival ad Alatri -, non sognava di diventare un ingegnere o un avvocato, il suo unico sogno era guadagnare qualche lira per comprare il corredo. Venne trovata, 3 giorni dopo la sua morte, tra montagne orribili e desolate sfigurata da cinque colpi di lupara. Gli esecutori furono arrestati ma nonostante il processo vennero liberati. Il mio avvocato ha lavorato gratuitamente e alla sentenza ha pianto. In questi casi tutti dovrebbero seguire il suo esempio».
Poi Pietro Campagna continua: «Mi chiedo dov'era il ministro della Giustizia Mastella quando il giudice della Corte d'assise di Messina ha ritardato il deposito della sentenza di condanna di Gerlando Alberti, accusato della morte di mia sorella, consentendo in questo modo la sua scarcerazione. L'indulto doveva essere per i piccoli criminali, ma ne ha beneficiato anche Alberti. Mi chiedo - aggiunge Campagna - se Mastella si preoccupa di una povera ragazza uccisa innocentemente, o per una famiglia distrutta dal dolore e per un film che ricostruisce ciò che è accaduto in tanti anni di depistaggio e non per la giustizia. Ritengo che il tribunale giudica sulle prove dell'accusa. Se non ha nulla da temere non c'era motivo di fare tutto ciò».

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